Il mondo del lavoro è una "priorità umana e pertanto è una priorità cristiana. E' anche una priorità del Papa". Papa Francesco a Genova dialoga con il mondo del lavoro allo stabilimento del'Ilva. 'Francesco, Francesco, Francesco', il coro degli operai. Bergoglio tiene un discorso fortissimo: "Il vero imprenditore conosce i suoi lavoratori perchè lavora accanto a loro, con loro: non dimentichiamo che l'imprenditre deve essere prima di tutto un lavoratore. Se non ha questa esperienza della dignità del lavoro non sarà un buon imprenditore".
Guai dice il Papa agli imprenditori -speculatori: "Nessun buon imprenditore ama licenziare la sua gente. Chi pensa di risolvere il problema della sua impresa licenziando gente, non è un buon imprenditore, è un commerciante. Oggi vende la sua gente, domani vende la dignità propria. Si soffre sempre e a volte da questa sofferenza nascono nuove idee per evitare il licenziamento: questo è il buon imprenditore",
Bergoglio cita un episodio accaduto durante la messa a Santa Marta: "Ricordo all'uscita si avvicina un uomo e piangeva. 'Sono venuto a chiedere una grazia, io sono al limite e devo fare una dichiarazione di fallimento, questo significherebbe licenziare una sessantina di lavoratori e non voglio perchè sento che licenzio me stesso' E quell'uomo, bravo imprenditore, piangeva e lottava per la sua gente. Era sua", osserva il Papa. Francesco denuncia: "Una malattia dell'economia è la progressiva trasformazione degli imprenditori in speculatori: l'imprenditore non va assolutamente confuso con lo speculatore, sono due tipi diversi. Lo speculatore è una figura simile a quella che Gesù chiama nel Vangelo mercenario, non ama azienda e lavoratori ma li vede solo come mezzi per fare profitto".
"Oggi il lavoro è un rischio, è un mondo dove il lavoro non si considera con la dignità che ha e che dà", osserva il Papa parlando al mondo del lavoro all'Ilva di Genova. "Faccio una premessa: il mondo del lavoro è una priorità umana e pertanto è una priorità cristiana, è anche una priorità del Papa perchè è quel primo comando che Dio ha dato ad Adamo, va e fa crescere la terra, lavorala, c'è sempre stata una amicizia tra la chiesa e il lavoro a partire da Gesù lavoratore".
Rispondendo alla domanda di un imprenditore, il Papa traccia l'ideantikit del buon imprenditore:" l'imprendotire è la figura fondamentale di una buona economia. Non c'è buona economia senza un buon imprenditore che crea lavoro, prodotti. E' importante riconoscere le virtù di lavoratori e lavoratrici. Il loro bisogno di fare il lavoro bene perchè il lavoro va fatto bene. A volte si pensa che un lavoratore lavori bene perchè è ben pagato, questa è una grande disistima del lavoro e dei lavoratori - denuncia Francesco - perchè nega la dignità del lavoro che inizia nel lavorare bene per dignità, per onore".
"Quando l'economia è abitata da buoni imprenditori, le imprese sono amiche dei poveri. Con lo speculatore l'economia perde i volti, è una economia senza volti, astratta. Dietro le decisioni dello speculatore non ci sono persone e quindi non si vedono le persone da licenziare. Quando economia perde contatto con volti persone concrete, diventa senza volto essa stessa e quindi spietata. Bisogna temere gli speculatori, non gli imprenditori! Ma paradossalmente qualche volta il sistema sembra avvantaggiare chi specula e non chi investe nel lavoro. Perchè, eh perchè crea burocrazia e controlli partendo da ipotesi che chi non è speculatore rimane svantaggiato e chi lo è riesce a trovare mezzi per eludere i controlli".
Bergoglio cita Luigi Einaudi: 'Migliaia, milioni di individui lavorano e producono e risparmiano nonostante quello che noi possiamo inventare per scoraggiarli, è la vocazione naturale che li spinge, il gusto, l'orgoglio di vedere l'azienda prosperare'. Se così non fosse non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che investono tutti i capitali per avere utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbe ottenere con gli altri impegni. Ma hanno la mistica dell'amore. State attenti voi imprenditori con gli speculatori e anche con le regole e con le leggi che alla fine favoriscono gli speculatori e non i veri imprenditori".